
LAB CVG
Le idee portate dal Vento
Il Circolo Vela Gargnano luogo di incontro di idee e progetti grazie alla collaborazione tra Università, Istituzioni, Atleti, Aziende, Eventi.
La nuova sfida per una vela globale aperta a tutti, sempre più senza barriere.

LA CENTOMIGLIA VA ALL’UNIVERSITA’
GARGNANO – La Centomiglia velica del Garda va all’ Università. Continua la collaborazione tra Atenei, Docenti e Studenti e il sodalizio sportivo del Circolo Vela Gargnano. L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, è la tesi di Anna Carlotta Bonomi, studentessa allo Iulm di Milano, che in un suo lavoro elabora la storia, l’impatto sul territorio, le ricadute in ambito turistico e diportistico della regata regina del lago di Garda. La “tesina”, tutta in lingua inglese, ripercorre la tappe delle varie edizioni, l’evoluzione tecnica, il coinvolgimento di tutto quanto il territorio delle rive lacustri, la sue tre Regioni, la passione per lo sport velico che fa del Garda una palestra inimitabile ed un campo di gara tra i più amati dai velisti di tutto il Mondo. “Quando natura e cultura si incontrano” è lo slogan coniato per questa importante ricerca, partendo da quell’ idea del Giro del Garda nata nel 1951, che tanto prendeva a prestito dalla Mille Miglia delle automobili. L’evoluzione tecnica con le prime barche costruite da grandi e piccoli atelier, le prime classi libere, i multiscafi dell’ultima generazione, per poter navigare sempre alla massima velocità anche tra le onde più insidiose, l ‘aspetto della comunicazione che partiva dai primi articoli, quelli del “Giornale di Brescia” a firma Achille “Gomez” Rapetti e Luciano Mondini, ai Post di oggi, da Twitter a Face Book, alle infinite dirette di Teletutto e della altre Tv nazionali e internazionali. Le barche che hanno scritto la storia vanno dalle “Rennjollen” tedesche a “Cassiopea”, dai “Falconi” alle carene volanti e tutte trapezi di Farr, Ceccarelli, Felci, Santarelli. Una tesi che si incrocia con gli altri lavori “velici” sviluppati grazie al Lab del Circolo Vela, quelle tante idee portate dal vento. Come l’mbarcazione di Uni Bs (Ingegneria dipartimento di meccanica) che ha gareggiato nelle sfide tra tutti gli Atenei Italiani. Lo stampo di uno skiff, nel linguaggio velico una carena acrobatica super leggera, che i ragazzi hanno realizzato sotto la guida dei docenti Luigi Solazzi, Stefano Pandini e Max Colotta, quest’ultimo anche apprezzato velista. Lo scafo è stato costruito utilizzando fibre vegetali, un nuovissimo sandwich completamente smaltibile, come vuole il regolamento della gara tra le Università di tutta la Penisola. Un occhio alla tecnologia, uno all’ ambiente, il tutto esaltato da quella che dovrà essere a forma atletica del team del Cus Brescia. Tra gli altri “Gol” realizzati c’è stata la struttura del nuovo sedile basculante per la barca dei velisti paralimpici studiato ed elaborato con i tecnici della nazionale italiana da Francesca Frialdi, Paola e Paolo Freddi. Attrezzatura realizzata poi dall’Itis Beretta di Gardone Valtrompia e che ha corso alle Paralimpiadi di Rio 2016. Altro “Gol” di Lab-Cvg e Cus Brescia è la maglia studiata dalla Xeos di Roncadelle, un indumento in grado di trasmettere, tramite un sistema di telemedicina, 9 parametri vitali dello skipper che la indossa. Nel 2018 si continua con altri progetti e altrettanti partner.
Lab CVG e le attività rivolte ai giovani si avvalgono della collaborazione e del supporto di Fondazione Asm, Alpe del Garda, Ori Martin, Unidelta, Xeos, Hyak Onlus.

LA NUOVA BARCA A VELA DELL’ UNI BS E CUS BRESCIA
BRESCIA – Il dipartimento di meccanica dell’ Università di Brescia ha presentato il suo ultimo lavoro. E’ una barca a vela costruita all’ interno dell’Ateneo bresciano, che in questo fine settimana sarà in gara a Venezia contro tutte le altre altre barche italiane costruite dagli studenti. La gara è la “1001 e un vela Cup”. Al varo nel cantiere, allestito in uno stanzone di Via Europa, erano presenti il professor Sergio Pecorelli (rettore durante tutto il lavoro) e il prorettore Maurizio Memo, i due docenti che hanno fortemente voluto la realizzazione dello scafo. La costruzione è iniziata nel gennaio del 2015 e terminato con gli ultimi test sulle appendici e vele a fine agosto. Molti dei 20 studenti coinvolti hanno rinunciato alle vacanze estive. Il materiale sviluppato a base di “Biomid” e “Balsa” (materiali ecocompatibili, tutti smaltibili) ha portato una riduzione di circa il 40 per cento in peso rispetto alla vecchia barca. Sono poi state realizzate nuove appendici (studiate per una migliore idrodinamica’) e nuovi profili delle vela.
La nuova barca porta il numero velico “Ita 30”, prefisso telefonico di Brescia. Si chiama “Peler”. E’ un omaggio al più celebre dei venti dei laghi di Garda e del Sebino. Il team, guidato al professor Massimo Colotta (Ottimo regatante di Melges 20 e 24 e docente sia a Brescia sia in Canada)) è già a Venezia per il Campionato delle Università Italiane .
I primi test e gli allenamenti si sono svolti sul lago d’Iseo, presso la base dell Ans di Sulzano. Questo progetto è solo uno dei tre sviluppati in collaborazione con il Lab – Cv Gargnano, le idee portate dal vento, che hanno portato alla realizzazione (e alla costruzione da parte dell’Itis Beretta di Gardone Val Trompia) del sedile mobile per i velisti paralimpici italiani in gara a Rio in questi giorni, la maglietta Xeos, che trasmette grazie a dei sensori 9 parametri vitali di sopravvivenza. La maglia 2.0 è stata testata per ora dai velisti del Cus di Brescia, dal progetto Hyak in Centomiglia, dalla squadra giovanile Rs Feva di Circolo Vela Gargnano e Canottieri Garda di Salò.

IL GARDA SI FESTEGGIA FREUD CON UNA BARCA A VELA DEL PROGETTO HYAK Onlus

HYAK PRESENTA LA SUA NUOVA BARCA
Il prossimo 6 maggio alle ore 17 sarà presentata la nuova imbarcazione del progetto Hyak Onlus. Si tratta di una carena della serie “Carrera 38” che la famiglia Saporiti di Como ha regalato al progetto di vela terapia che ha la sua base lungo le rive del lago di Garda. La presentazione avrà luogo negli spazi della Canottieri Garda di Salò e nella sede del Cps (Centro Psico Sociale) al Vecchio Ospedale di Salò. Il progetto Hyak si svilupperà, come sempre, per tutto il periodo estivo e culminerà la con la partecipazione delle sue imbarcazioni e dei suoi ragazzi alle competizioni veliche della Centomiglia Classica e CentoPeople, della Tre Velica Salodiana, del Raduno Vele Storiche di Portese e, infine, della 10° Childrenwindcup-Miglio Olimpico di Gargnano.

LA VELA SI LAUREA ALL’ UNIVERSITA’ DI BRESCIA GRAZIE A LAB-CVG
BRESCIA – E’ stata una vera festa di laurea, un nuovo master per gli studenti del dipartimento di meccanica di Ingegneria della Statale di Brescia. Presente il Prorettore professor Maurizio Memo e il direttore Rodolfo Faglia è stato presentato il nuovo scafo dell’imbarcazione che sarà in gara alle sfide tra tutti gli Atenei Italiani. E’ il primo stampo di uno skiff, nel linguaggio velico una carena acrobatica super leggera, che i ragazzi hanno realizzato sotto la guida dei docenti Luigi Solazzi, Stefano Pandini e Max Colotta, quest’ultimo anche apprezzato velista. Lo scafo sarà costruito utilizzando fibre vegetali, un nuovissimo sandwich completamente smaltibile, come vuole il regolamento della gara tra le Università. Un occhio alla tecnologia, uno all’ambiente, il tutto esaltato da quella che dovrà essere a forma atletica del team del Cus Brescia. Nel piccolo cantiere proprio nel cuore dell’Ateneo di Viale Europa, si è brindato, ma non solo all’ultimo arrivato. Studenti e docenti bresciani hanno fatto il punto su tutti i lavori ai quali hanno partecipato nell’ambito del Lab-Cvg, il laboratorio di idee nato al Circolo Vela Gargnano, all’ombra di grandi regate come la Centomiglia e il Campionato Italiano di Vela Accessibile. Tra questi c’è stata la presentazione del primo corpo-struttura del nuovo sedile basculante per la barca dei velisti paralimpici studiato ed elaborato con i tecnici della nazionale italiana da Francesca Frialdi, Paola e Paolo Freddi. Attrezzature realizzata poi dall’Itis Beretta di Gardone Valtrompia e che sarà in gara alle Paralimpiadi di Rio. L’altro “gol” di Lab-Cvg e Cus Brescia è la maglia studiata dalla Xeos di Roncadelle, un indumento in grado di trasmettere, tramite un sistema di telemedicina, 9 parametri vitali dello skipper che la indossa.

UNA MAGLIA SALVAVITA ADATTA ANCHE A CHI NAVIGA

AL MEETING INTERNAZIONALE DELLA CLASSE FEVA I PRIMI TEST MONDIALI DELLA MAGLIETTA DELLA SALUTE

Tutto sulla tecnologia della “maglietta della salute” di XEOS
LAB CVG – Le idee portate dal Vento
TUTTO SULLA TECNOLOGIA DELLA “MAGLIETTA DELLA SALUTE” di XEOS
I primi test in ambito velico durante le varie regate del CV Gargnano.
Re.S.Co. è una tecnologia intelligente di telemonitoraggio non invasivo, in remoto ed in continuo dei parametri vitali. Vuole essere un valido strumenti di utilizzo medicale (si parla qui di telemedicina) come di assistenza nella quotidianità della vita comune, durante lo sport o durante il lavoro.
Re.S.Co. (Remote System Control) è un sistema costruito in maniera modulare (e quindi facilmente personalizzabile) fondato su tre componenti principali:
Un sistema indossabile per il rilevamento di segnali biometrici;
Un dispositivo elettronico per l’elaborazione e la comunicazione dei dati;
Software per la gestione e la visualizzazione dei dati.
La prima componente è rappresentata da una maglietta sportiva o in alternativa una fascia, il cui unico vincolo è l’essere aderente alla pelle. Questa mediante l’utilizzo di tessuti conduttivi è in grado di acquisire gli impulsi elettrici generati dal cuore e di inviarli ad un dispositivo elettronico. Questo li elabora e tramite sensori interni arricchisce il numero di rilevazione di parametri vitali.
Tramite un dispositivo wearable il sistema è in grado quindi di rilevare i seguenti parametri vitali:
Elettrocardiogramma. 1 derivazione tramite fascia, 3 derivazioni tramite maglietta;
Onda respiratoria;
Accelerazione e rotazione triassiale;
Temperatura;
Geolocalizzazione (sistema GPS);
Dati derivanti (Frequenza cardiaca, Frequenza respiratoria, Postura, Livello di attività …).
Tutti i dati tramite sistemi di comunicazione wireless vengono quindi inviati ad un’apposito sistema software (smartphone, tablet, pc o server) dove vengono elaborati al fine di:
Memorizzazione e gestione dei dati;
Funzioni di alerting;
Scopo di ricerca;
Personalizzazione;
Localizzazione.
Il sistema è realizzato in maniera modulare e risulta quindi estremamente personalizzabile e rispettare le esigenze necessarie.